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Tutto questo ha fruttato la bellezza di 29 punti, che senza la penalizzazione, avrebbero proiettato i biancorossi verso ben altri lidi. Sesta vittoria esterna, la più bella per concretezza, ordine logico espresso in fraseggi determinati e soprattutto per l’aver ritrovato il sereno in mister Torrente, dispiaciuto e rammaricato per le critiche rivolte lui da qualche tempo a questa parte, ma nello stesso tempo sagace e determinato a macinare terreno e dimostrare a tutti la voglia di riprendersi il palcoscenico e di sacrificare alla perfezione la sua squadra, uscita vincitrice, in particolar modo moralmente, viste le tante difficoltà presenti dalle parti di Via Torrebella. Ed è stata proprio quella folle convinzione a render come una poesia, l’immaturità di un gruppo trascinato da un’ondata di valori inspiegabile e capace di fermare, battere ed annientare una delle compagini più in forma della Bwin, che mostra le sue regole, che piacciano o meno: i piedi buoni, spesso, non bastano. Serve cervello, dedizione e consapevolezza nei propri mezzi per ben figurare in queste complesse categorie.
Schieramento tattico - Oggi Torrente ha replicato bene a tutti gli insulti e alle “malelingue” che non lo hanno frastagliato durante la settimana, dove ha preparato la gara della vita, in ogni dettaglio, rientrando in corsa per tutto, senza bisogno di offrire illusioni e senza necessario dovere di guardare l’ordine della classifica. Proprio come una poesia dicevamo, come un ragazzo dai capelli arruffati, appena svegliato, e che mostra un Bari in stile “genio e sregolatezza”, per i continui sbandamenti, puntualmente mai replicati, offerti dai biancorossi, che ritrovano dal 1’ Forestieri. Bisognerà ripartire anche da lui, voglioso di mettersi in luce e pronto a tutto per la causa pugliese, sacrificandosi anche in difesa e cercando di cambiare un passo di cui si è impadronito Stoian, uno dei pochi punti fissi della squadra. Caputo inizia a seguire la meta richiesta da un tecnico, che, non riuscendo a mostrare il gioco che vorrebbe, offre piccole e suggestive varianti che finalmente quadrano il cerchio ed identificano una squadra leggermente più ordinata, soprattutto in mezzo, dove Donati è abile a chiudere tutti gli spazi, dove Scavone si impossessa del pallino del gioco e dove De Falco inizia a velocizzare il passo. Sempre nella speranza che Bogliacino recuperi totalmente dai continui stop fisici accumulati.
La gara – Forza di volontà, concretezza e voglia di sbrigare la pratica, con la giusta calma e con l’abilità di un bravo giocatore di scacchi, che attende di comprendere le mosse avversarie per orientarsi dal verso giusto. Il punto centrale del Bari è questo e dopo 7 minuti di attesa, alla prima vera ripartenza, è una serpentina di Caputo a trovar la via del vantaggio, indirizzando la strada degli ospiti in netta discesa. La reazione da parte dei padroni di casa c’è, ma si vede raramente e, soprattutto, si mostra sterile e poco insidiosa, per un Bari che sfrutta gli “stop and go”, cercando di imbastire dal cerchio di centrocampo le sue geometrie, per affidarsi a due esterni vivaci, bravi a convivere con la punta, il centro delle occasioni che si mostra partecipe ai discorsi pallonari intavolati in determinati pezzetti di campo. La mediana chiude bene e i lombardi faticano ad imbastire trame di gioco che, realmente, costruisce solo il Bari, che si fa vedere prima con un bolide di Scavone respinto da Bressan e due minuti più tardi con una traversa di Stoian. Il primo tempo si chiude con un brivido di Donati: attento l’estremo di casa. Nella ripresa Maran inserisce De Luca, che per i primi minuti della seconda frazione si mostra vivace ed istintivo nel creare palle-gol interessantissime. La luce poi si spegne, il Varese entra in campo più aggressivo, ma è il Bari ad avere serie occasioni per raddoppiare. Prima è il talentino rumeno ad illuminare per Caputo, che goffamente cicca il pallone a porta libera. Il Varese è nel pallone e non basta l’inserimento di Carrozza per ravvivare la manovra, ricca di sbavature incredibili, come quella di Kurtic che regala a Forestieri il match-point, sprecato. Il Bari ci crede e dopo una botta di Donati, Stoian si fa trovare pronto per ribattere e mettere il punto esclamativo su una gara vinta con pieno merito e che potrebbe essere addirittura sigillata sul tris, se Stoian e De Falco non avessero peccato di imprecisione a fine gara.
Condottiero – La barca rema tutta dallo stesso lato, il suo condottiero non può offrire sicurezze sulla destinazione finale ma, se così si dovesse proseguire, la rotta è quella giusta. La squadra ha fame, tanta e la tavola sembra essere apparecchiata a “lume di candela” per qualcosa di prezioso che si vuole instaurare. Si ritorna verso Bari, c’è il Modena che attende. La classifica non si guarda, ma “da mo vale”.
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