venerdì 6 gennaio 2012

Con poco mordente e nessuna cattiveria non si va avanti. Bari rimontato al "Barbetti"

foto di asgubbio1910
Mordente poco, cattiveria men che meno. Il Bari, come ci sta abituando settimana dopo settimana, butta al vento gli ennesimi punti che avrebbero potuto, nonostante un organico di medio-basso livello, far sognare, almeno per un po’, i supporters biancorossi, accorsi in cento al “Barbetti” di Gubbio. Perché, in questo momento, ciò che realmente manca è quella cattiveria agonistica che non permette ai biancorossi di far fronte alle difficoltà, seppur minori, che si incontrano sul cammino del galletto. Difficoltà che interrompono quell’armonia creata da un 2-0 roboante che, oggi, fa lo stesso effetto di quello di una partita fa, quando era stato il Vicenza, senza troppa fatica, a recuperare le due reti di svantaggio ad un Bari sempre più impaurito ed in tilt.
E Torrente ha le sue palesi colpe, soprattutto sul piano psicologico. La domanda sorge, dunque, spontanea: è possibile che al primo imprevisto, la squadra molli e vada in tilt mentalmente, concedendo sistematicamente spazi aperti come praterie? No, non dovrebbe esser possibile. I cambi, poi, lasciano spesso discutere, ma questo è un altro tema, dove preferiamo non intervenire per adesso. Però, tra tutte le colpe, il tecnico di Cetara non è l’unico responsabile, soprattutto della disfatta odierna, dove l’espulsione di Polenta ha cambiato l’andazzo di una gara controllata sterilmente nel primo tempo e quasi chiusa nel secondo, dove due reti di Caputo, su suggerimenti di Scavone e su regia di un superlativo Stoian, sembravano aver sigillato una sfida strana e che, con l’espulsione dell’uruguaiano, il Gubbio, in 2 minuti, ha saputo ribaltare con un rigore di Graffiedi e una botta dalla distanza di Buchel. Poi niente più, solo sofferenza e poca voglia di attaccare spazi, sempre aperti e puntualmente regalati agli eugubini, che riescono a trovare un punto con la grinta e la voglia di recuperare l’impossibile. Ora, però, veniamo alla sfida e alle scelte tecniche, prima su tutte quella di escludere Garofalo per Polenta, ottenendo meno spinta, soprattutto sull’out opposto dove Defendi non ha convinto e sul mancino dove il terzino uruguagio ha saputo rovinare un’intera sfida. Donati cerca di far da diga, Scavone si impone sulla linea mediana e De Falco mostra i suoi limiti, continuando le sue prestazioni a corrente alternata. Stoian, però, è il peperino che permette quei pochi lampi di luce pugliesi, specie nella ripresa dove, da due sue iniziative, nascono le reti di Caputo. Il rosso di Polenta, poi, condiziona la gara ed il mister, sempre più nel pallone. Spazio a Ceppitelli per Stoian. Al Bari manca ossigeno, poche verticalizzazioni, attacco sterile, troppo pesante e pareggio immediato. Il rischio di subire il terzo gol c’è e il secondo errore sta nell’inserimento di Garofalo per Scavone. L’ex Torino è impiegato come ala sinistra, in meccanismi non suoi. Ci chiediamo il perché con Galano e Forestieri in panchina… Negli ultimi 5 minuti, poi, a nulla serve la volontà di Castillo, da cui non si può pretendere più di tanto, viste le condizioni in cui è giunto in rosa. Rimonte inaspettate, ma oramai di casa a Bari, dove la luce viene e va. Dopo due befane vincenti (2-0 con l’Udinese e 1-0 con il Lecce), c’è solo carbone da Via Torrebella. Il fantasma non se ne andrà presto...

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