martedì 14 febbraio 2012

EDITORIALE - Il Milan risorge con la coppia che non t'aspetti

Le scoppole, soprattutto con le grandi, possono esser utili. Anche molto. E’ il caso che rispecchia pienamente  la situazione del Milan, ultimamente in crisi di risultati, gioco e soprattutto di organico, viste le notevoli defezioni che hanno obbligato Allegri ad una nuova quadratura del cerchio.
La sconfitta casalinga  di Tim Cup contro la Juventus, indomabile, sembrava deteriorare ulteriormente le ferite dei rossoneri, di gran lunga distanti dai bianconeri. Il tecnico toscano ha dovuto fare, ultimamente, a meno di Zlatan Ibrahimovic, stella della squadra, e di molti altri elementi essenziali per gli schemi milanesi. Si è consacrato Stephan El Sharaawy, faraone italo-egiziano, le cui enormi potenzialità erano già note a tutti, ma ancora inespresse in una stagione dove ha trovato poche occasioni per mettersi in mostra. Mors tua vita mea. Si avanza così. Sfruttando gli infortuni altrui, il funambolo è uscito allo scoperto offrendo prestazioni fenomenali e trascinando la squadra. Tuttavia i pezzi del puzzle non si incastravano definitivamente e qualcosa continuava a non andare. Sterilità offensiva, “senza lo svedese non si vince” avrà pensato la grande massa. In panchina, però, c’era Maxi. Corteggiato, lasciato in un albergo ad aspettare il suo destino e a ritrovarsi con la tristezza di chi ad aspettare ancora non ci sarebbe voluto stare. E anche con l’assenza di Ibracadabra, arrivano solo spiccioli di gara. Forse si sarà pentito della scelta? No, ha lottato e sfruttato quei minuti concessi lui in un “Friuli” pronto ad accogliere un’altra impresa che sembrava consolidata e che era sul punto di chiudersi. L’ingresso de “La Galina de Oro”, poi, cambia le carte in tavola. Dopo qualche minuto il duetto con El Sharaawy funziona a meraviglia. Arriva il primo gol dell’argentino, che su un contropiede lanciato da Emanuelson ricambia il favore. Un duo-idea innovativo. Non sarà un attacco stellare, non sarà quello titolare, ma è di certo quello composto da gente motivata, senza mal di pancia e che può portare il Milan in alto, con le invenzioni di chi vuole vendere cara la pelle. Le ferite iniziano a chiudersi, con quella quadratura di un cerchio che comincia a stringersi

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