Ancora sconfitta, seconda consecutiva ed i malori dei corpi pieni di batteri dei ragazzi di Torrente continuano ad essere schiaffeggiati, dopo una piccola ripresa, che aveva innalzato tante speranze. Non molte in noi, a dir la verità. Sinceramente, infatti, dopo più di 10 giornate è lecito offrire giudizi e giudicare un gioco, che il tecnico di Cetara non è riuscito a mostrare. Possibile che sul calar di ottobre bisogna ancora, nostro malgrado, osservare passaggi leziosi e fumosi che non portano alcun risultato? Possibile dover stare a guardare gente spaesata, prive di idee che non sappia dove "gettare" il pallone, quasi simile ad una patata bollente? Ed infine, possibile dover ancora osservare gli inutili lanci lunghi di De Falco, l'immobilità di De Paula, acquisto fantasma del Bari, oramai oggetto di insulti da parte della tifoseria biancorossa ed i brutti fraseggi pugliesi? Crescenzi inizia ad amalgamarsi ed adattarsi. A scarse dimesioni, però, che non vorremmo visualizzare più. Eppure qualche briciolo di attesa o speranza era rimasto, vista l'assenza di Immobile e le aspettative che una partita del genere avrebbe potuto offrire. Bari impallato e bloccato per 45 di pura agonia, che Insigne & Co dominano in lungo e in largo.
E proprio al 19esimo ecco la magia dello "scugnizzo" napoletano che dopo esser sfuggito a Kopunek di gran carriera brucia Lamanna, che compie un'uscita totalmente errata. 0-1 per Zemanlandia. Zanon offre scorribande da perfetto e classico numero 2, mettendo in difficoltà Polenta, che in più di una volta riesce a cavarsela. Rivas parte per vie centrali, aprendo spazi ed orizzonti. L'eccesso di egoismo porta Torrente a sostituirlo. Scelta, comunque, non del tutto condivisibile, visto che l'argentino è l'unico in grado di disordinare la difesa abruzzese e di saltare l'uomo. Dopo gli spogliatoi è tutta un'altra squadra. Spazio a Scavone e Stoian e il volto cambia. Occasioni ripetute, mischie e qualche salvataggio casuale salvano per 20 minuti gli azzurri, in piena difficoltà. Ma risorgere è la capacità della grande squadra, affondare al primo colpo la peculiarietà della mediocre. Ed allora spazio alla percussione di Insigne che duetta a passo di tango con Kone, prima di entrare in area e battere l'estremo ex Gubbio. 0-2 e gara praticamente finita qui. Spazio solo ad un'opportunità clamorosa fallita da Ciccio Caputo, a tu per tu con Pinsoglio. Roba da oratorio, si commentava nelle tribunette di un deserto San Nicola. Finisce sotto i fischi la caduta bassa di un Bari nervoso, scottante e inguardabile. Che si cambi strada, il senso è unico!
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