giovedì 22 marzo 2012

EDITORIALE - Maxi-squalifiche e ritardi eccessivi: fermiamoci a riflettere, non vogliamo questo calcio

Caputo, Sau e la seconda penalizzazione della Juve Stabia. Sono tre delle immagini più note, tra quelle negative s'intende, di questa annata di Bwin.
Parliamo di ovvia negatività, non per gli atti commessi, bensì per l'incredibile ritardo con cui vengono prese queste decisioni dalla giustizia italiana. Facciamo un passo indietro e ricordiamo date e motivazioni di tali squalifiche: partiamo da Francesco Caputo, attaccante del Bari, fermato per 45 giorni (l'altamurano sta ancora scontando il tutto) per problemi contrattuali ai tempi della Salernitana, stagione 2009. Le domande son spontanee: perché questa decisione è stata presa a 3 anni dall'accaduto? E, soprattutto, perché deve essere il Bari a pagarne le spese, quando lo stesso centravanti vestiva un'altra casacca?
I paradossi, però, giungono quando il caso non è il primo e nemmeno l’ultimo. Ad inizio stagione, infatti, la Juve Stabia ha ricevuto una corposa penalizzazione (poi ridotta a 4 punti) per vicissitudini risalenti ad uno Juve Stabia-Sorrento del 5 Aprile 2009! Ancora 3 anni di distanza che lascian perplessi…
E non è finita qui. L’ultimissima vicenda coinvolge ancora le vespe campane: la stagione della sua punta di diamante, Marco Sau, rischiava seriamente di vedersi compromessa per un episodio del 2011, quando si verificò una rissa in occasione di Foggia-Gela, in cui il numero venticinque stabiese provò (senza riuscirci totalmente) a sferrare un pugno a Docente. L'avvocato del calciatore ha puntato sulla legittima difesa, portando un solo turno di assenza al suo assistito. Anche qui, però, a farne le spese non saranno i pugliesi, ma la squadra di appartenenza attuale. Ancora la Juve Stabia
Arriviamo al dunque: non giudichiamo assolutamente le decisioni a riguardo, quello i nostri Giudici lo sanno fare perfettamente. Piuttosto ci permettiamo di porre l'accento su tempistiche, estremamente lente, che non fanno altro che metter in maggior difficoltà squadre che c’entrano ben poco e soprattutto di deteriorare l’immagine del nostro calcio, screditato da episodi come questi su cui dovremmo fermarci tutti a riflettere. Quando cresceremo?

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