Stop and go. Dopo la batosta calabrese di Reggio, il Bari riparte dal "San Nicola", non più fantasma di mancate vittorie (tali da far diventare lo stesso stadio di casa un terreno ostico da "espugnare"), sconfiggendo un Empoli molto modesto. Come modesta, d'altronde, è stata la vittoria del galletto, che torna ad echeggiare il suo canto privo di stonature grossolane, ma con un'esecuzione dello spartito discretamente buona. Come una canzone dalla bella musica e dal testo banale e scontato, che alla fine, comunque, porta numerosi ascolti, nel caso dei Torrente's boys, invece, genera i risultati, che al momento portano i biancorossi al quarto posto della classifica, in attesa di Brescia-Pescara, posticipo della 10a giornata e dell'assegnazione della famosa penalizzazione. La gara non è risultata scorrevole e ricca di occasioni che facessero da cornice ad un'astronave deserta. Concetto un attimino atipico ed assolutamente contrario e desolante se torniamo indietro nel tempo, quando, quel 4 maggio del 2009, Conte regalava la massima serie ai baresi contro l'Empoli, sotto l'urlo dei 50.000 spettatori presenti. Incitamento costante, pubblico delle grandi occasioni e letteralmente da brividi per una categoria che mancava da otto anni e che con lo 0-0 di quella notte mancherà per altri tre giorni, quando la sconfitta interna del Livorno consentì l'urlo liberatorio della folla. Oggi probabilmente era presente qualche zero in meno all'elenco dei tifosi presenti, ma questa volta la concretezza ha pagato ed il risveglio del "El Topa" Forestieri ha concesso tre punti ad un undici molto generoso schierato in campo dal tecnico di Cetara, che può contare di nuovo su colui che si rivelerà uno dei punti cardine della squadra: Alessandro Crescenzi, al rientro dagli impegni nazionali con l'under 21, che ha subito variato la destinazione dei suoi pensieri, rivolti alla gara con l'Empoli, che dalle sue parti non ha avuto modo di transitare, nonostante le sue discese interessanti e degne di cronaca. Nota dolente, ancora, costituita dalla linea centro mediana con De Falco in situazione di stallo, dopo un avvio molto preoccupante ed un Donati, fermo e mai trascinatore.
De Paula resta il solito: lezioso, poco consistente e troppo statico, con Marotta solito guerriero dinanzi al brasiliano. Sul versante opposto troviamo Rivas, dalle buone intenzioni, ma dalle cattive risoluzioni. Risoluzione che darà, invece, Forestieri, uscito da un letargo lungo 9 partite. Al 38esimo la magia: spunta in mezzo a due ed inventa un'azione apparentemente innocua. Pelagotti, poi, non può nulla sul diagonale preciso ed angolato dell'argentino, migliore in campo. Eppure la gara era iniziata su binari favorevoli alla truppa di Pillon, mai vincente da quando guida gli azzurri. Solito schema iniziale con Borghese posizionato in avanti, ma il lancio lungo non riesce a Claiton che smorza una traiettoria che porta Valdifiori sul pallone. Lo stesso ex Varese rischia il rosso con un fallo da ultimo uomo, punito solo con un giallo da Di Paolo. Il pallino resta sempre in mano agli ospiti, che nonostante non riescano a creare azioni corali siginficative, mettono in difficoltà la diga dinanzi alla difesa schierata dal Bari, che con qualche accelerata in contropiede gestisce la sfida, che sul calar della prima frazione si sblocca con la magia sopra descritta. La ripresa si apre con un buon Rivas, carico di verve, ma privo di senso del gioco di squadra. Al 15esimo lo preleva Bogliacino, che continua il suo filotto di gare da dimenticare. Lazzari, per l'Empoli, cerca di alzare la voce, ma solo non basta e l'amministrazione dei biancorossi si fa sentire. Si soffre sino all'85esimo, quando l'ingresso in campo di Stoian regala vivacità che mette al sicuro il fortino difensivo e per poco non lo fa anche sul risultato, quando due, sue, involate propiziano occasioni da gol importanti, specie quella al minuto 94, quando il rumeno, dopo aver seminato il panico nella difesa toscana, serve Garofalo, il cui tiro è messo in angolo dall'estremo difensore avversario. Termina tra gli applausi, dunque, una vittoria che scaccia, almeno per una sera, gli incubi delle vicissitudini societarie, che ancora una volta non offuscano le menti dei ragazzi, mai splendenti, mai divertenti, ma cinici, cocciuti e con una mentalità che, per la situazione in cui riversa la società, va solamente applaudita a più riprese, ma che non deve commetter l'errore di compiere voli pindarici, a questo punto della stagione assurdi. Ma adesso che si godano la vittoria, quantomeno sudata sino alla fine. Come on, Bari
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