Ci apprestiamo a descrivere e commentare, tra le righe bianche, gli ennesimi punti che il Bari del guerriero ma ingenuo Torrente, ha gettato via. Valido nella prima frazione di gioco per mettere alle corde il “Vicenza delle imprese”, e poco astuto nella ripresa, tale da farsi rimontare due reti, da una squadra più cattiva agonisticamente e motivata dall'ennesima rincorsa da realizzare: questa volta la mission possible di Cagni avveniva in destinazione San Nicola, complice il basso livello dei padroni di casa, oltre che alcune scelte molto (troppo) discutibili che il tecnico di Cetara ha fatto nella ripresa. Lo stesso è stato difeso "a spada tratta" da noi di pugliacalcio24.it, visto il livello di base e i punti fino ad oggi ottenuti. Da dire, però, che con gli errori di oggi ha reso vita facile ai vicentini, che dopo un primo tempo anonimo dove andavano sotto di due goal, puniti da Claiton e De Falco, recuperano un doppio vantaggio clamoroso. Per il Bari sembrava cosa fatta, ma le sostituzioni indecifrabili di cui parlavamo prima, hanno portato a una mancanza di equilibrio a metà campo.
Gli ospiti sono stati perfetti in ogni fase del campo, riuscendo a riemergere a gara apparentemente chiusa. Eppure, inizialmente, avevamo visto un 4-3-3 elastico, spavaldo e pronto a far raccogliere il primo pallone dal fondo del sacco a Frison dopo soli 70 secondi dallo start. Donati, padroneggia il campo, Bellomo lo coadiuva perfettamente, mentre Stoian da sfogo alle sue repentine percussioni, pronte a scombussolare i piani del tecnico vicentino, costretto a due cambi nella prima frazione di gioco, quando anche la perla di un anonimo De Falco sembrava avvicinare i tre punti ad un galletto che muta totalmente come il cielo e le nuvole poste all’altezza San Nicola (che provocano una pioggia lenta a inizio secondo tempo), anche il vento inizia a incidere sul terreno di gioco. Oltre le condizioni climatiche, nella ripresa, varia totalmente il gioco, soprattutto dal punto di vista tattico. Torrente inizia ad andare in netta confusione. Prima esce un buon Marotta, che se lasciato in campo, avrebbe aiutato a tenere alta la squadra e a guadagnare tempo nella metà campo avversaria, totalmente deserta nella ripresa, al contrario di quella barese, resa un vero e proprio campo minato. Al posto dell’ex Lucchese, spazio a Kopunek, risultato inadeguato alla partita, ha portato a un eccesso di copertura, che ha favorito il primo gol del Vicenza, con Rigoni che rimette in discussione il match. Poi c’è spazio a Defendi e Castillo, al posto di Bellomo e Stoian, acciaccati. Vorremmo soffermarci sul secondo cambio, senza bisogno di polemica, ma con una semplice critica, possibilmente costruttiva, che desideriamo creare. Visto il modello offensivo del Vicenza e quello troppo difensivo del Bari, non sarebbe stato meglio inserire Rivas, più abile a far ripartire la squadra di rimessa, piuttosto che un buon argentino ma ancora alla ricerca della forma tipo e, soprattutto, cui non si possono chiedere metri di velocità in più? Con Donati e De Falco arretrati in difesa, il Bari entra in balia degli ospiti, che cercano di sfondare la barricata creata, in una sorta di 6-3-1. Oramai l’unico assente all’appello è il 5-5-5 del celebre Canà. Con un più venturiano 4-2-4, gli uomini di Cagni attaccano e meritatamente raggiungono il pari con il tarantino doc Maiorino. Lo stesso che poi rischia di mandare anche k.o. i pugliesi, capaci di distruggere l’ennesima prova a due facce e di confermare il pessimo 2011 calcistico dell’As Bari, che tra retrocessione, stipendi e situazione societaria, si chiude con questo 2-2 incolore, che rovina ancor più la classifica, ora precisamente a metà. -5 dai play-off e +5 dai play-out. Fin quando sono solo numeri…
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