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Vertiginosa questa ascesa che inizia a far sorridere ed a far riflettere e comprendere una cosa: criticare, come taluni hanno fatto, a priori, è qualcosa di orribile ed inutile. Ricordiamo ancora coloro i quali riuscivano a fischiare Torrente già a Bari-Varese, per continuare sino alla 5°, meramente vergognosa tecnicamente, ma ancora immatura per offrire giudizi. Consideriamo addirittura oggi che i tempi siano ingiusti per valutazioni approssimate, rimandando la sentenza, volendo attendere fino alla nona-decima giornata di campionato. Tuttavia, esprimere commenti oggi non può che far bene ad un gruppo mostratosi con gli attributi. Un periodo, questo, che sembra far respirare aria di calcio antico. Gente unita, ultras vicini all’Antistadio al galletto, che parte, senza soldi, ma con la consapevolezza di volersi divertire e vincere, con il coltello fra i denti anche su terreni difficili, in attesa di affrontare le big del campionato. Andiamo per gradi, però: Torrente propone un 4-2-3-1 incipito, dalla doppia faccia, con diversi ripiegamenti tattici. Difesa variata sulle fasce, con Polenta e Ceppitelli in sostituzione di Garofalo (squalificato) e Crescenzi (convocato con l’under 21), diga mediana formata da Donati e De Falco, in netta crescita entrambi, e Rivas, sporadico come sempre con le sue falcate sull’out di sinistra, Bogliacino per vie centrali per bloccare ed intasare prepotentemente gli spazi (alla fine non ci riuscirà più di tanto) e De Paula, meno avulso del solito, ma con un rendimento ad intermittenza e giocoforza da sciupone, (vedi due, limpide, occasioni sottoporta) in attacco. Centravanti il solito Marotta, dal grande spirito di sacrificio e passione, ma ancora non accomunato dalla parola tiro. Il Crotone prova a partire in quinta, ma viene sistematicamente fermato dalla retroguardia, sicura di se e convinta dei mezzi di una squadra che dal quinto in poi annulla il Crotone e che cerca di regalare spunti preziosi. Tocca a Rivas offrire la prima incursione serale con un cross al centro di poche speranze. Palle lunghe e vie centrali, gioca cosi il Crotone, impacciato e poco organizzato tatticamente. Ceppitelli riesce a far sua la gara sulla fascia di competenza, compiendo un esordio più che sufficiente. Sul finire del primo tempo l’urlo in gola di Torrente viene spezzato due volte: prima quando, al 33esimo, De Paula calcia da fermo e trova pronto Belec. Successivamente, quando Bogliacino, dopo aver seminato mezza difesa, calcia debolmente, trovando l’ex estremo difensore interista inoperoso. Stringe le linee il Bari nella ripresa, con accorgimenti tattici poco visibili. Si gioca solo in una metà campo, anche se con poca insistenza: quella del Crotone. De Paula e Marotta triangolano per il brasiliano che solo davanti al portiere sciupa in maniera clamorosa. Menichini non è soddisfatto, decidendo di varare tecnicamente, ma non tatticamente. Tocca a Gabionetta prendere il posto di Sansone e il cambio frutta una punizione di Calil che rade il palo e un altro tiro da fermo, stavolta decisivo ai fini della gara. Parte Bogliacino: c’è mischia in area, con Claiton che inventa una parabola di testa che batte Belec, sorpreso dalla conclusione dell’ex Varese. 0-1, punteggio che non cambierà. Il Bari subisce senza fatica le ultime avances del Crotone che fruttano un solo, inutile, tiro in porta. Gara amministrata bene, che rischia anche di degenerare sullo 0-2, ma alla fine va bene cosi. Facciamo lavorare in silenzio e in tutta tranquillità un galletto che merita un grande applauso solo per le condizioni in cui si sta ponendo sul rettangolo verde, non tanto per il gioco, cornice, quanto per l’atteggiamento. “Pura libidine” direbbe qualcuno. Fate pista, che questo galletto inizia a cantare.
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