venerdì 3 febbraio 2012

Bari-Padova 3-1, The show must go on: biancorossi belli e immaturi, travolti i veneti

“The show must go on”, lo spettacolo deve continuare. Le speranze ci sono, la voglia e la forza anche. Quel sogno proibito che il Bari, piano piano, sta accarezzando, specie dopo la vittoria, stravolgente e spavalda, contro un Padova reso nullo e rinunciatario, dalla cattiveria agonistica di un galletto cinico al punto giusto e bello come non lo avevamo visto mai, ricordando, per certi versi, le magiche annate griffate Conte prima e Ventura poi.
Questa è la vittoria di tanti. Quella di Caputo, dimostratosi vero capitano ed anche killer d’area di rigore con due prodezze balistiche da applausi. Quella di Forestieri: “El Topa” era partito in sordina ed è riuscito con carattere, umiltà e voglia di emergere a strappare un posto da titolare ed esser protagonista, così come quel peperino di Stoian. Il rumeno con la cresta alla “Neymar” non smette più di incantare e tra una finta di corpo ed un assist meraviglioso  si concede al San Nicola, gelido e divertito da undici ragazzi ricchi di passione e pronti a lottare sino all’ultimo minuto. E’ anche la vittoria di De Falco e Bogliacino, che alla partenza di Donati, hanno assemblato meglio i tatticismi di Torrente, responsabilizzandosi caratterialmente ed offrendo prestazioni completamente opposte a quelle sfoderate nel girone di andata. Ed è la vittoria di Angelozzi, diesse del Bari, che ha pienamente azzeccato la mossa-Romizi, più adatto al lavoro sporco e alla fase di interdizione, riuscendo a liberare dalla morsa avversaria i due compagni di reparto. Lo stesso dirigente pugliese è riuscito a vendere un Rivas escluso dal tecnico, a far rescindere Kopunek, disastroso quasi sempre e ad ingaggiare un Cavanda dalle belle speranze. La punta resta un rebus, ma con la crisi economica è davvero complesso escogitare mosse di mercato di gran fattura in avanti. Infine,e non per ordine di merito, è la sua vittoria, quella di Vincenzo Torrente. Si è preso i suoi fischi prematuri in silenzio e con grande orgoglio e un pizzico di tempo (bastava concedere lui quello, ma la voglia di avere tutto e subito, oltre che perfettamente bello ha influito su taluni tifosi) sta iniziando a togliersi qualche sassolino dalla scarpa, mostrando anche un gioco sopraffino e divertente, come fatto ieri con la quarta della classe, dominata dallo strapotere dell’equipe del tecnico di Cetara, bravo anche a lavorare sulla psicologia dei ragazzi, dopo il pareggio, immeritato, di Hallenius. E’ la sua vittoria, è la vittoria di tutti, può essere quella della definitiva svolta per degli obiettivi non troppo lontani e che con le giornate si avvicinano sempre più, pronti a regalare dei sogni importanti a tutti. Farlo non costa nulla, lo spettacolo si intravede,  i risultati vengono incamerati con velocità di esecuzione e la squadra si diverte, come sta a dimostrare il trenino giunto alla terza rete di Caputo. We Have a Dream, direbbe il noto Martin Luther King. Avanti così, che si remi tutti da un lato, questi ragazzi, belli e immaturi, ne hanno bisogno. “The show must go on”

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